venerdì 17 novembre 2017

Prima la Nazionale, poi il sociale

Terminata la "sosta Nazionale" torna finalmente il campionato di calcio.
La Nazionale, ah, già...
Quell'ammasso di giocatori super pagati che sono riusciti ad ottenere una non qualificazione ai Mondiali 2018 contro i "semidilettanti" della Svezia.
Tutto ciò è riuscito a mettere un'intera Nazione in ginocchio, considerando che il calcio sia ben più importante del disastro sociale che  il nostro Paese sta affrontando da diversi anni. E allora vaffanculo il Jobs Act, la Legge Fornero, i lavoratori licenziati dalle grandi aziende, la sanità, la scuola, la finanziaria; gli italiani si commuovono vedendo Buffon che piange, piange ancora e un'altra volta.
Sì perché il "supermilionario" Buffon è un "piagnone" qualificato: piangeva già non più di 5 mesi fa a Cardiff, piangeva nel luglio 2016 per l'eliminazione dell'Italia all'Europeo, piangeva sempre tre mesi prima per l'esclusione della sua Juve in Champions League contro il Bayern Monaco, piangeva ancora nel 2015 per la finale di coppa persa contro il Barcellona; lacrime, ancora lacrime e solo lacrime da decenni, tutto naturalmente difronte alle telecamere, perché lui è un "bravo ragazzo" a cui piace il numero 88 e dove il motto in cui si riconosce è il "Boia chi molla".
Un campione, forse il migliore in assoluto nel suo ruolo della storia, ma pur sempre un campione di un gioco. Un gioco che gli ha fruttato milioni e milioni di euro, dove le scommesse erano il suo forte, insomma, non proprio un esempio di etica come vogliono propinare i media.
Perché parliamo di Buffon?
Perché giornali, telegiornali, social lo hanno ritratto per giorni interi con le lacrime agli occhi, lui, solo lui.
In Italia, dove l'esclusione dal Mondiale è più importante del massacro israeliano ai danni del popolo palestinese, dove addirittura si pensa di far partire il prossimo Giro d'Italia, sì, avete capito bene, da quella terra dove da anni e anni è in atto uno dei più grandi genocidi di cui il genere umano abbia memoria.
Il nostro Paese è così, lo è storicamente, dove il calcio prende il primo posto e tutto il resto rimane dietro.
Ce la prendiamo con la Francia, sempre per un fattore sportivo, ma i francesi dal punto di vista sociale ci battono 10 - 0.
Una Nazione dove : "Noi abbiamo 4 Mondiali!"
Sì, due "vinti" nel ventennio e uno "magheggiando" contro il Camerun nell' '82.
Ma fa niente, forse, anche se molto remoto, potremmo essere ripescati, e allora incrociamo le dita, speriamo che un paese di quelli già qualificati entri in guerra contro un altro così potremo prendere il suo posto a Russia 2018 e finalmente, anche il prossimo anno, trascorreremo ore e ore a vedere lacrime in tv.