giovedì 9 marzo 2017

La Marchiana

di Orsi Mariano

Come spesso ho scritto, ho avuto un nonno un po' particolare, un uomo in apparenza un po' burbero ma in effetti a ben conoscerlo era esattamente il contrario e cioè molto affettuoso con tutti i famigliari ed in particolare con me, in quel momento unico nipote.
Uomo di stazza notevole, fisico robusto forgiato da anni di lavoro in cava, in quei tempi molto pesante, e da molti anni di vita militare nelle trincee di vari fronti come granatiere, ma di questo non voleva parlare, rispondeva volentieri ad ogni mio perché, ma l'argomento guerra era tabù e credo che ad ogni domanda su questo argomento, la commozione gli impedisse di parlarne.
Ma il mio ricordo più vivo e allo stesso tempo più nitido fra tutti è per la passione che aveva per un grandissimo ciliegio, enorme che era in fondo al prato dietro casa, piccolo prato dove erano altre piante di frutta, "il capannello", come lui lo chiamava, e a dominare la scena questa grandissima pianta che produceva quintali di ottime ciliege di qualità "Marchiana" come venivano chiamate al mio paese.
Mio nonno seguiva il ciclo della stagione della "Marchiana" a cominciare dalle prime foglie, poi la fioritura e infine i frutti a maturazione.
Si piazzava davanti alla sua amata pianta, con l'eterno "mezzo toscano" in bocca, acceso e girato con la brace all'interno della bocca, mani dietro la schiena e un movimento costante che consisteva nell'alzare i piedi sulle punte per poi tornare giù, poi ancora su in un movimento che molto probabilmente usava come rilassamento fisico e mentale.
Infatti il movimento dei talloni, il togliere il sigaro per soffiare via la cenere in modo che non cadesse all'interno della bocca, era il classico segnale che tutto era tranquillo e che non c'era nessun problema. Sarà sembrato strano il sistema di fumare così il sigaro, ma fu mio zio, che in un'occasione in cui se ne parlò, mi spiegò che tale sistema era un vizio preso in trincea, usato allo scopo di non far vedere ai cecchini il lume della brace nel buio della notte, perché questi sparavano esattamente cinque centimetri sopra il punto luminoso, con effetti devastanti.
Ma ciò che mi fa ancora sorridere è la reazione al momento della richiesta di raccogliere un po' di "Marchiane"; immediatamente si riceveva un no secco, quasi sgarbato,
-" Non se ne parla!"  rispondeva seccato
-"Sul mio ciliegio ci può salire solo il Luigi (Iacopi), altri non sono capaci, troncherebbero un sacco di rami".
Infatti di tantissimi frutti prodotti dalla "Marchiana" solo una piccola parte venivano raccolti, il resto restava sulla enorme pianta a disposizione di varie specie di volatili.
Poi la casa è stata venduta, il prato, il "capannello" e la "Marchiana" non ci sono più ed ogni volta che mi trovo a passare davanti alla casa a "Rì" un nodo mi stringe la gola.
Lì c'è una parte felice della mia adolescenza, lì aleggia ancora la figura di un grande uomo, lì c'è ancora l'odore del "mezzo toscano" fumato a rovescio

Orsi Mariano