martedì 7 marzo 2017

Il Fantasma

di Mariano Orsi

Chiaramente, come in tutti i piccoli paesi un po' fuori delle grandi arterie dove gli abitanti non hanno molti interessi al di fuori del lavoro giornaliero, dovendo far fronte a più impegni per poi vivere comunque una vita povera e monotona, anche il mio paese e tutta l'area limitrofa non aveva grandi risorse per far sì che tutti gli abitanti fossero eruditi a livello intellettuale.
Esistevano così giovani che come istruzione erano a livello zero, per meglio dire risultavano un po' tonti o perlomeno non disponenti di un cervello che permettesse loro un ragionamento logico, in contrasto con altri invece molto dotati che nella maggior parte dei casi approfittavano della propria superiorità servendosi dei più tonti per i propri scopi.
E non è che la parte femminile della gioventù fosse più tranquilla dei coetanei maschi, anzi, in certi casi erano più sbarazzine le donne, se non altro si dimostravano molto più furbe, come nel caso di una mia vicina di casa a cui dava fastidio un giovane che passando davanti alla sua abitazione a notte fonda, al ritorno dalla visita alla fidanzata cantava a squarciagola e in maniera stonatissima, perché aveva paura del buio, tenendo presente della totale mancanza di lampioni o qualsiasi luce notturna.
Dopo averlo invitato varie volte a non fare tutto quel rumore a quell'ora, perché lei dormiva e dovendo poi andare al lavoro molto presto veniva privata di molte ore di sonno, visto che una volta sveglia non riusciva più a riaddormentarsi. Ma purtroppo il giovane non poteva farne a meno, così una sera la ragazza cercò di fargli capire le sue ragioni in maniera drastica.
In quel tempo si eseguiva il bucato della biancheria a mano e in maniera particolare, cioè in conca e con sopra la cenere del camino, infatti erano da una parte tutte le lenzuola che erano state tolte dai letti di tutta la famiglia per fare il bucato, come avveniva periodicamente.
La giovane sentendo il cantante che si avvicinava balzò dal letto, corse fuori e si mise un lenzuolo bianco sopra la testa, aspettò che il poveraccio fosse a tiro e con voce cavernosa, agitando il lenzuolo a mo' di mantello, si parò davanti all'uomo di colpo dicendogli che se non smetteva di cantare avrebbe fatto in modo di portarlo in sua compagnia nell'aldilà.
Era una sera invernale con la strada piena di neve, non essendoci servizio di spazzaneve si formava una specie di viottolo al centro della strada rendendo difficoltoso il cammino, ma il giovane terrorizzato riuscì a tornare di corsa a casa della fidanzata, bussò con forza alla porta finché non gli fu aperto. La fidanzata lo guardò sorpresa, poi lo interrogò sul perché del suo ritorno, ma il giovane non era in grado di rispondere essendo senza fiato dallo spavento, poi la ragazza annusò l'aria, quindi si rivolse al giovane con una specie di urlo e disse: "Senti bene, ora vai di corsa a casa tua e ti fai cambiare le mutande da mamma e non tornare più qui in queste condizioni".
Il giovane evidentemente già predisposto a non essere un coraggioso, non aveva retto allo spavento e se l'era fatta nei pantaloni, per questo fu preso in giro per molto tempo, ma non cantò più durante la notte e il fantasma poté così dormire sonni tranquilli.
Questo dimostra la semplicità della vita di paese e la differenza tra singoli individui, molti erano tonti, mentre altri erano dotati di inventiva e sapevano cosa fare in qualsiasi situazione, risolvendo facilmente i propri problemi.
Io credo che il ragazzo non abbia mai saputo la verità, ed ha trascorso la vita credendo veramente che in una notte invernale fredda e senza luna, sia riuscito a sfuggire all'agguato di un vero fantasma!

Orsi Mariano