lunedì 19 dicembre 2016

Gli Aliphonic "spaccano" al Grind House

Di pavimenti a scacchi, di musica rinchiusa in una stanza e di strumenti imprigionati in sala di registrazione ne avevano abbastanza. I tempi che viviamo sono continuamente frenetici, veloci, non riusciamo mai a goderci un attimo, sopratutto quelli buoni. Gli Aliphonic non sono questo, anzi. Sono una fabbrica di buoni momenti, momenti di musica senza parole, che hanno lasciato a chi ha ascoltato, venerdì sera al Grind House di Castelnuovo, qualcosa da riportare a casa sotto le coperte. Lo abbiamo percepito nelle facce dei presenti, nei volti e nei cenni di approvazione. I ritmi incalzanti dei brani hanno fatto tremare i palchetti, le bibite dentro i bicchieri. Quando pensiamo di aver visto abbastanza, i ragazzi si cambiano gli strumenti. Da un locale piccolo a un locale più grosso, gli Aliphonic prendono forma, ma sopratutto acquisiscono fiducia. Il percorso musicale di un'artista è un continuo evolversi, un continuo "ricominciare"; una sorta di ciclo: nasce, cresce, "muore", per dar spazio ad un nuovo progetto, un progetto più grande.
E adesso?
Quando le luci si spengono e tutti tornano a casa?
Adesso nuovamente pavimenti a scacchi e strumenti chiusi in una stanza, musica rinchiusa, per loro stessi. Nuovi errori, correzioni, perfezionamenti; finché non tornerà la fame del pubblico, più grande e più numeroso. Un nuovo stadio dell'evoluzione.

Michele Ferri